Intervista a Maurizio "Mauro" Coruzzi (in arte Platinette)

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masterbook
view post Posted on 14/11/2014, 15:52     +1   -1




Ciao a tutti, ecco a voi l'intervista a Maurizio “Mauro” Coruzzi (in arte Platinette) per l'uscita del libro “Sei donna? Dialogo (semiserio) sulle donne della tv” scritto con Simone Gerace (recensione qui).

Innanzitutto ringrazio Mauro per avermi dedicato un po' del suo tempo. È stato un piacere per me poter chiacchierare telefonicamente con lui. Si è mostrato una persona molto gentile che ha saputo mettermi a mio agio fin da subito.


Da bambina guardavo affascinata la televisione con il naso appiccicato allo schermo invidiando tutte quelle persone che potevano stare in TV. Per te che cosa vuol dire far parte del mondo della televisione?
La televisione è una forma di comunicazione come altre, ormai non è la più prioritaria ma di sicuro è la più immediata. Come tanti altri lavori ha dei lati molto positivi e altri negativi. Per me essere in TV significa andare a fare qualcosa che so poi qualcuno vedrà. Essendo il mio lavoro cerco, banalmente per me, di farlo nel peggior modo possibile in modo che resti impressa in chi ha avuto la (s)fortuna di vedermi (ride ndr).
Quando una persona accetta di comparire davanti ad un vasto pubblico si mette diciamo in gioco... Non hai paura delle critiche?
Avrei paura se non ne arrivassero o se non ne fossero mai arrivate. Ciò di cui ho più paura è di non lasciare traccia di me e di sparire dai commenti. Per mia fortuna, siccome commento la TV settimanalmente per un grande periodico (“Di più TV” diretto da Sandro Meyer), ho la freddezza di vederla da una parte e dall'altra. So per certo che chi ci rimane male per le critiche ci rimarrebbe ancora peggio se non le ricevesse.
Come è nata l'idea del libro?
L'idea è nata da Simone, il mio coautore. Ci siamo conosciuti a “Buona domenica” di Barbara D'urso dove io avevo uno spazio dedicato alla musica e lui era il mio autore di riferimento. Da allora siamo sempre rimasti in contatto, ci telefonavamo e ci scambiavamo opinioni sui lavori altrui. Quindi l'idea dell'epistolare, di farla a forma di lettere dove io ti scrivo tu mi rispondi è nata da lui. Secondo me è stata un'idea molto produttiva perché ciascuno ha lavorato per conto proprio ma al tempo stesso era stimolato da ciò che scriveva l'altro e viceversa.
Il tema del libro è la donna in TV. Negli anni il ruolo della donna si è evoluto e oggi ci sono sempre più presenze femminili. Secondo te il ruolo della donna in TV è importante?
Non solo è importante, è per alcuni versi fondamentale, non è un caso che la televisione sia un sostantivo femminile mentre il televisore che è un elettrodomestico sia al maschile. (ride ndr)
A parte gli scherzi, le donne hanno, ovviamente in percentuale, avuto questa evoluzione ma anche perché si rivelano ottime calamite sotto tanti punti di vista. Sul fatto che si siano evolute è in parte vero come è vero il contrario. Perché se si pensa alla nascita della prima grande, per me, donna della TV italiana Enza Sampò, penso ad una ragazza di vent'anni che nel 54' fa i collegamenti esterni come inviata per un programma in prima serata (“Campanile sera” in onda sulla RAI). Tenendo conto del periodo di cui si parla, penso che la Sampò abbia avuto una grande partenza. Certo poi ci sarebbero state le vallette mute e tutto il resto, e adesso invece abbiamo le telegiornaliste e le Durso che hanno cambiato letteralmente pelle. Però il fenomeno della donna accessorio in TV è tale e quale a quello degli esordi con la differenza che una volta le gemelle Kessler dovevano coprirsi le gambe di nero mentre oggi le ragazze scosciate abbondano ovunque. Adesso un po' meno perché ci sono state delle rivolte, sopratutto in rete, ma insomma è vero tutto come è esattamente vero il contrario.
Nel libro c'è un capitoletto che si chiama “15 minuti di celebrità”. Qui dite che alcuni volti della TV femminile si sono persi nel tempo mentre altri vengono ricordati ancora oggi. Secondo te che cosa ci vuole per emergere ed essere ricordati?
Ci vuole una caratteristica che permetta, in assenza di un talento specifico, di ricordarsi di quella persona. Può essere una grande bellezza, un gran apparire o una particolarità. Per esempio una pettinatura, un modo di parlare o un neo molto evidente come quello di Cindy Crawford. Non so quanto Janira Majello sia brava e competente ma io me la ricordo per il suo particolar modo di presentare il servizio: “Ma parliamo ora della nostra cara amica mozzarella...”, io non ho mai avuto una mozzarella come amica. (ride ndr)
Da quando Janira Majello ha fatto una roba del genere per me è rimasta nella galleria degli episodi televisivi di famose per un quarto d'ora, era surreale ma meravigliosa. Insomma bisogna avere quella famosa marcia in più che quelli più moderni chiamano “x factor” per distinguersi dagli altri.
Nominate molte conduttrici diverse, in alcuni punti saltate velocemente da un nome all'altro. Confesso di aver fatto un po' fatica a starvi dietro in quei punti, non c'è il rischio di confondere le idee a chi sta leggendo?
(ride ndr) Beh, questa è la caratteristica delle lettere, non sempre si segue...
Abbiamo reso pubblico un epistolario su due persone, che come tale lo avevano fatto tra loro, senza cambiare nulla. Non ci piaceva molto l'idea di fare un catalogo delle donne della televisione. Il libro non è un catalogo ma è una corrispondenza dove le donne della TV, gioia e delizia per noi che gli stiamo vicino, sono l'argomento di conversazione. C'è poca logica hai ragione, ci sono dei salti bruschi. Si va da una perfetta sconosciuta a una Perego che ti irrompe all'improvviso e poi sparisce, non si capisce neanche il motivo, perché l'altro si è impuntato che la Oxa è stata una delle più brave del dopoguerra. È un modo non voluto di sparpagliare le carte.
All'inizio del libro troviamo una prefazione curata da Enza Sampo', giornalista della RAI e conduttrice TV. Come mai avete affidato il compito proprio a lei? Nel libro la definite “Il simbolo delle donne nella TV”.
Non gliel'abbiamo affidato ma gliel'abbiamo chiesto e lei con molta gentilezza ha accettato, a conferma che le vere grandi sanno stare non solo in disparte, ma sono e dovrebbero essere di esempio per tutte le altre che si considerano arrivate perché fanno una conduzione per un anno o due di seguito. Questa signora qua secondo me è un esempio da seguire perché è passata dall'intrattenimento leggero facendo l'inviata, ad essere autrice di una valanga di programmi per la TV. Uno per me fenomenale si chiamava “Io confesso(1988 - RAI Tre) che andava in onda prima dello spettacolo di prima serata. Era un po' scioccante sentire le confessioni degli italiani senza vederli in faccia che raccontavano in TV anche episodi difficili da dire. Per me questo passare da una cosa impegnativa al lavoro molto leggero senza nessuna difficoltà, è un valore essenziale che la caratterizza. Tra l'altro è una gran bella donna, che ha avuto corteggiatori molto famosi come Umberto Eco o la presunta relazione mai verificata con Maurizio Costanzo. Insomma non si è fatta mancare niente quindi come potevamo non chiederlo a lei? (ride ndr)
Ci parlate di molte conduttrici che si sono susseguite sul grande schermo. Ne hai una preferita?
Senza alcun dubbio Enza Sampò. Certo ho lavorato con molte altre donne e con grande soddisfazione, ma direi che in assoluto nella storia della televisione e con lei che vorrei avere l'onore di lavorare e poi vengono tutte le altre.
Una peggiore invece c'è?
No perché le peggiori non le ho frequentate, su questo sono stato molto fortunato. C'è qualcuno che può non piacermi, ma tra quelle che citiamo nel libro non c'è ne neanche una altrimenti non starebbero li. Per trovare un compromesso posso dirti che avrei delle difficoltà, presuppongo, a lavorare con Adriana Volpe, per quanto non abbia nulla contro di lei. Avrei anche qualche perplessità a lavorare con Eleonora Daniele e, pur essendo molto attratto da lei, con Alba Parietti. Di tutte queste io conosco solo la versione televisiva, poi magari in privato o anche mentre si lavora, sono persone squisite con cui si raggiunge una sintonia che non prevedevi per niente. A me è successo anni fa quando feci “Bisturi! Nessuno è perfetto(2004 - Italia 1) con Irene Pivetti. Ero molto perplesso, io avevo l'immagine della Pivetti presidente della camera e onorevole, seria e composta. Poi ho scoperto una donna fantastica ancora oggi una mia amica, una donna realmente molto diversa dal ruolo che ricopriva prima. Se mi avessi fatto questa domanda allora, probabilmente ti avrei risposto lei, oggi invece è esattamente il contrario.
Durante la lettura mi sono accorta che alcuni nomi vengono solo brevemente citati come Antonella Clerici mentre ad altri gli viene dato più spazio. È una strategia di marketing?
Abbiamo seguito una forma di istinto in quanto entrambi, io solo come autore per la radio, non abbiamo lavorato ad esempio per la Clerici quindi ci siamo riservati di non approfondirle per garantirci una seconda pubblicazione. (ride ndr)
No scherzo! Le abbiamo lasciate da parte per farle con un'attenzione diversa, l'attenzione di chi non ha avuto a che fare con loro. È vero che buona parte di loro non sono state approfondite, ma qui abbiamo speso tutta la parte personale, i ricordi, gli aneddoti e le cose che forse non si sapevano. Mentre sulle altre andremo giù con il machete ma anche con la carezza del famoso pugno se sarà il caso.
Avete inserito anche un piccolo paragrafo su Platinette. Che ruolo ha Platinette nella TV?
Nessuno. Tant'è che può esserci come non esserci che è esattamente la stessa cosa sul fronte dei risultati. Se avesse un ruolo non avrebbe più ragione di esistere, è inutile cercare di classificare ciò che non è classificabile. Ho fatto di tutto nella vita per evitare classificazioni compresa quella di genere, figurati se vado adesso ad incasellarmi da qualche parte in un ruolo in TV. È sempre stata la spalla, la mia parte preferita del maiale, lo è anche in televisione fare la spalla agli altri, il così detto “Sparring partner”. Per me è un piacere, anche se devo trovare ovviamente una partner con cui abbia delle affinità. Il paradosso è che avendo scritto questo libro sulle donne e avendo lavorato sempre con donne in TV, mi verrebbe da dire che il ruolo che potrei assumere sarebbe quello di fare qualcosa con un presentatore molto maschilista. Ecco mi piacerebbe fare la madre natura per Bonolis, allora sarebbe una natura porca e malvagia. (ride ndr)
Il libro è firmato Platinette ma è scritto come Mauro...
Si perché la doppiezza per me è un valore, non un obbligo. Sono stato per qualche anno un travestito con una parrucca, poi l'ho tolta, poi l'ho rimessa e poi l'ho di nuovo tolta... Ma la mano che mette e toglie la parrucca è anche quella che scrive. Potrei scrivere anche in due versioni ma l'amore per la verità e la voglia di affiancarmi al mio coautore mi hanno obbligato a scrivere come Mauro. Perché come Mauro posso fare anche Platinette ma Platinette senza Mauro può restarsene attaccata ad un attaccapanni e lì vivere e morire senza che nessuno gli dia anima.
Il libro (così facciamo un po' di pubblicità) lo si può trovare in libreria o negli store online dal 30 ottobre 2014 in formato cartaceo. Come mai non lo avete fatto anche in versione digitale? Sei contrario agli ebook?
Sarà una seconda operazione, se si può definire così, che avverrà forse prima di natale.
No, io adoro l'ebook. La base è il contenuto poi quale sia la forma non ha importanza. Il Kindle per esempio quando viaggio è fenomenale, non profuma di carta ma ringrazieranno gli alberi. Con l'ebook hai una valanga di costi in meno e penso sia il simbolo, grazie a dio, dell'epoca nella quale viviamo.
Quindi ti piace leggere? Che genere preferisci?
Si leggo, sono molto appassionato di ebook in questo momento, sopratutto per una questione tecnica. Non ho un genere preferito in assoluto ma non è periodo da romanzi, da storie sentimentali ne da robe simpatiche o di tendenza. Come quasi sempre, leggo biografie o qualcosa che abbia a che fare con la musica.
L'ultimo libro letto?
Posso dirti il libro che sto leggendo in questo momento, un piacere che non sospettavo potesse procurarmi. Parlo di “The Beatles lyrics” scritto da Davies Hunter (Mondadori – 2014). Una raccolta di un centinaio di canzoni dei Beatles con rimandi alla storia personale. Nonostante i Beatles non siano tra i miei preferiti, leggere i testi come fosse letteratura è stata una bella esperienza.
Hai la musica nel sangue... So che al momento stai lavorando ad un musical, vuoi parlarcene?
La musica è un elemento di me che si alimenta da solo.
Il musical si chiama “La sposa in blu”, è prodotto da Roberto Sky Travaini. Ha esordito il 7 novembre al teatro Apollonio di Varese e sarà poi in tournée da febbraio dell'anno prossimo. Ci sono un sacco di canzoni, infatti ho deciso di parteciparvi per poter per l'ennesima volta cantare.
Sul tuo curriculum televisivo troviamo molti lavori diversi: sei un conduttore radiofonico, un autore televisivo, un cantante e uno scrittore. Cantare è quello che ti piace fare di più?
Si credo. Francamente non tanto cantare, perché mi rendo conto dei limiti, quanto vivere il mondo della musica come uno che ci sta dentro da una quarantina d'anni. Prima come disc jockey, poi come direttore artistico, dopo come ufficio stampa e infine in diversi tour vicino a cantanti. Con alcuni ho fatto delle esperienze indimenticabili, per esempio ho seguito Eros Ramazzotti a New York come autore per un programma di RAI due. La musica è ricorrente nella mia vita... Quando sono andato a fare la prima visita alla radio privata, dove ho incominciato a lavorare a 18 anni, ci andai con una chitarra perché volevo far sentire le mie canzonette che scrivevo in cameretta. Poi sono rimasto lì come esperto di musica italiana e da allora ho incominciato a lavorare in questo settore.


L'intervista è finita, spero vi sia piaciuta e che vi abbia dato modo di conoscere maggiormente Mauro.
Ringrazio anche la casa editrice Edizioni Anordest.
Alla prossima
baci
Erica
 
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