Intervista a Mary & Frances Shepard

« Older   Newer »
  Share  
masterbook
view post Posted on 3/10/2013, 13:43     +1   -1




A un giorno dall'uscita del loro romanzo: I colori della nebbia, Mary e Frances Shepard ci hanno dedicato un po' del loro tempo per rispondere a qualche nostra domanda.
Inanzi tutto grazie mille ad entrambe per aver accettato questa intervista e ora iniziamo...


1) Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto. Qual'è il vostro sogno, la vostra ambizione?

M. La pubblicazione del nostro romanzo con Harlequin Mondadori è già stato un sogno realizzato, magari un giorno avremo un piccolo pubblico che aspetterà di leggere le nostre storie come io aspetto sempre i libri di Mary Balogh e Nora Roberts. Però ciò che mi piacerebbe veramente molto sarebbe vedere i nostri romanzi pubblicati anche in America.

F. L’aspirazione più grande che ho è poter scrivere e pubblicare un romanzo di narrativa. Continuare a scrivere romance, ma avere anche una via alternativa d’espressione. Magari un giorno…


2) Quando avete capito che per voi era diventato molto importante scrivere?

F. Da ragazzina scrivevo quaderni e quaderni di poesie che ho fatto leggere solo a mio marito in tempi recenti. Credo che fosse un segnale… Poi, quando ho iniziato l’università, mamma e papà mi hanno regalato un portatile e da quel momento in avanti non ho più smesso. Ho iniziato un romanzo ambizioso che ho concluso in circa otto anni di lavoro, poi sono venuti i racconti e infine l’idea fortunata di scrivere con Mary.

M. Credo di averlo sempre saputo, ma ho avuto la mia 'epifania', se posso chiamarla così, quando ho superato lo scoglio della timidezza che mi impediva di far leggere ad altri ciò che scrivevo o addirittura di pubblicarlo. Quando un nostro bisogno supera ogni nostra paura è segno che è veramente importante.


3) Qual'è la vostra prima opera?

M. Pubblicata o non? Perché io ho ancora interi quaderni scritti a dieci anni con storie che vedevano come protagonista Sailor Moon... Scherzi a parte. Il mio primo romanzo è stato Imprinting Love, scritto a 18 anni, ma pubblicato solo dieci anni dopo. Un chick lit molto semplice ed ironico, che racconta di una ragazza innamorata perdutamente di un uomo che invece la vede solo come amica e non la considera minimamente come donna. Lei cerca di toglierselo dalla testa ma è colpa dell'imprinting se lo ama, perciò non è semplice lottare contro le leggi della natura... o così dice lei. Per fortuna un gruppo di amiche e un misterioso ladro l'aiuteranno a mettersi finalmente in gioco.

F. Amare – Il profumo del gelsomino notturno – una storia d’amore ambientata a cavallo fra la Toscana del 1945 e l’Irlanda del 2002. Sofia ha solo diciassette anni quando, alla vigilia della guerra di liberazione, incontra Francesco, un giovane combattente per la libertà, coraggioso e valoroso. Il loro amore è più forte di ogni colpo inferto dalla guerra. La storia di Sofia e Francesco si intreccia con quella di Lisa, la nipote della coppia, che è alle prese con vicende sentimentali altrettanto complicate. Lisa ha conosciuto l’uomo della sua vita, Adam, un fotografo irlandese affascinante e apparentemente inconquistabile.


4) Il vostro si può definire un romanzo a quattro mani. Siamo molto curiosi di sapere come mai avete deciso di scrivere un romanzo insieme.

F. Lo shopping fra donne con interessi comuni porta più consigli di quanti si creda! Noi parlavamo delle nostre passioni, camminando per negozi e l’ispirazione è venuta così, spontanea.

M. Quando abbiamo scoperto di condividere la passione per la scrittura, parlando delle nostre esperienze con editori vari è saltata fuori quest'idea, ed era sensata. L'unione fa la forza, in fondo. Perché non tentare? E' stato molto divertente, e utile per entrambe.


5) Al giorno d'oggi i romanzi più diffusi sono i romanzi Paranormal Romance e gli Erotici. Come mai voi avete deciso di scrivere un romanzo storico?

M. Occorreva scegliere un genere che conoscessimo entrambe bene. Ci siamo consultate e ci siamo anche chieste quale genere fosse più commerciabile e avesse un pubblico più ampio. Il genere storico piace ad entrambe, le ricerche storiche sono il nostro pane grazie alla nostra formazione scolastica e il romance ha un folto seguito. Ci è sembrata la scelta più logica. Ti rivelo, in confidenza, che abbiamo iniziato a scrivere insieme anche un urban fantasy YA, poiché entrambe amiamo anche il paranormal (io poi sono un tantino patita dei vampiri), ma quando I colori della nebbia è stato scelto dalla Harlequin per la pubblicazione abbiamo dovuto interrompere quel progetto. Chissà che un giorno non lo si riprenda in mano.

F. Io vengo da un paio d’anni d’esperienza nel settore dei racconti erotici, che ho pubblicato per lo più con Lite Editions. Ero in cerca di qualcosa di nuovo e lo storico mi ha sempre coinvolta, perciò mi sono dedicata da subito con slancio alle ricerche. C’è anche da considerare che, oltre ad andare per la maggiore, un genere deve interessare gli editori e, soprattutto, deve far sì che preferiscano pubblicare un italiano anziché tradurre uno straniero. Capirete certamente che per loro sponsorizzare autrici italiane è un grande salto nel buio, perciò bisogna produrre qualcosa che attiri la loro attenzione, più che seguire la “moda” del momento.


6) Il perché avete scelto Mantova si sa essendo la vostra città natale, ma come mai avete deciso di ambientare la storia proprio nel 1800?

M. E' il secolo più utilizzato dei romance storici e quindi lo conoscevamo già come ambientazione di libri di questo genere. Inoltre è un periodo storico che abbiamo studiato molto durante il nostro corso di laurea in Storia dell'arte, e un periodo molto ricco di avvenimenti per Mantova, che come una delle punte del quadrilatero di difesa austriaco fu al centro delle vicende storiche legate prima a Napoleone, poi alla Restaurazione e alle guerre d'indipendenza. Durante le nostre ricerche storiche abbiamo scoperto che nel 1815 l'Imperatore austriaco visitò Mantova e volendo incorporare questo fatto nel nostro romanzo, abbiamo scelto definitivamente il 1815 per ambientare il romanzo. Era destino.

F. L’inizio dell’Ottocento è un periodo storico che suscita in noi ancora molte emozioni. Gli abiti a vita alta delle signore, rendigote e marsina per gli uomini, sono in qualche modo un paradigma di romanticismo. E’ stato divertente e stimolante ambientare un romanzo con quel tipo di atmosfera. Credo, al di là del fatto che si tratta di un periodo significativo per la storia di Mantova, che già la moda, gli accessori, lo stile di vita nell’Italia di quegli anni valga un approfondimento.


7) I protagonisti di “I colori della nebbia” sono Matilde e William. Come sono nati questi personaggi?

M. Volevamo personaggi fuori dagli schemi, diversi dai soliti stereotipi romance, ma al tempo stesso ricchi di fascino. Imperfetti, ma attraenti. Realistici. Io ho seguito più Matilde, mentre Francesca ha costruito la personalità di William. Creando Matilde ho cercato di dipingere una ragazza fragile a causa di un trauma, ma al tempo stesso una donna che nonostante le difficoltà aveva ancora la volontà di tornare quella di prima. Per se stessa e per coloro che amava. Matilde ha una grande forza interiore che appare pagina dopo pagina mano a mano che le sue paure si attenuano. L'amore di William per lei sarà fondamentale per ricostruire se stessa e finalmente vedere davanti a sé un futuro di gioia e non di dolore. E anche la sua famiglia sarà un appoggio prezioso. I personaggi secondari del romanzo sono molto importanti nella nostra storia.

F. Per stare accanto a Matilde, una donna con un trauma da superare, ci serviva un uomo in grado di valorizzarla, di farle spiccare il volo. William, l’uomo del nord, il soldato duro e scostante solo in apparenza, è una figura protettiva e capace di grandi slanci di generosità. Volevamo una coppia che fosse realistica, che riuscisse a trasmettere il senso di appartenenza reciproca, di solidarietà che si instaura fra due fidanzati. Averli creati fragili, solo in apparenza, Anche William ha i propri scheletri nell’armadio, ci ha dato la possibilità di farli crescere insieme, come fossero persone in carne e ossa.


8) Voi essendo in due immagino siate una squadra, ma tra le due chi ha avuto l'idea di partenza?Come vi siete organizzate per scrivere questo libro?

F. Non è possibile distinguere in senso cronologico quale idea sia venuta per prima e a chi. I colori della nebbia è un’opera corale e così è nata. Fondamentale è stata l’organizzazione, perciò per diversi mesi ci siamo rimbalzate fino alla nausea la scaletta, poi siamo passate a delineare i personaggi, solo in ultima battuta è iniziata la scrittura. Ogni passaggio è stato vagliato, maneggiato, scritto e riscritto da entrambe, ciò ha permesso di amalgamare i nostri stili, che sono molto diversi.

M. L'idea di partenza era creare due personaggi insoliti per un romance, diversi. Creata l'idea di Matilde e William ne è seguita la storia. Volevamo non solo romanticismo, ma qualcosa di più, storia, mistero, suspense e creare un mistero da risolvere ci è sembrata l'idea migliore. Io adoro CSI e i romanzi di Agatha Christie.


9) So che siete entrambe laureate in Storia dell'arte, quanto lavoro si nasconde dietro ad un romanzo del genere?

M. Noi amiamo la storia e fare ricerche storiche, per questo abbiamo studiato Storia dell'arte, perciò è stato un piacere documentarci meglio sulla storia di Mantova. Leggere le cronache dell'epoca con tutte le piccole cose che accadevano in un anno è stato esaltante. Archivi, biblioteche sono luoghi che conosciamo bene e amiamo.

F. La mia tesi specialistica verteva proprio sul periodo 1815/17, perciò avevo già una buona base storica del periodo. Le ricerche sono state il nostro pane quotidiano a lungo e quando è venuto il momento di usare le conoscenze accumulate all’università per un libro non ci sembrava vero! Non credete a ciò che si dice in giro, la laurea in Italia può servire! Scherzi a parte, per me non è stato naturale riprendere in mano libri e documenti. Tuttavia c’è parecchio lavoro dietro un romanzo storico, ma avendo già la metodologia necessaria abbiamo saltato la fase in cui uno scrittore si trova smarrito in biblioteca, incapace di scegliere a quale libro dare maggiore credito.


10) Ogni autore mette qualcosa di se in ogni opera che produce, in questo romanzo c'è qualcosa o qualcuno che vi identifica particolarmente? Se si perché?

F. William mi assomiglia nel suo essere un uomo d’azione e contemporaneamente riflessivo. Lui non può fare a meno di allenarsi e portare allo stremo le truppe che comanda, io sono sportiva e irrequieta. Lui suona il piano e io scrivo. Siamo simili, in qualche modo bizzarro.

M. Mi rivedo in special modo in alcune scene ironiche riguardanti la famiglia di Matilde. E alcuni parenti di Matilde sono un pallido eco di membri della mia famiglia. Questi tocchi personali permettono allo scrittore di rendere più realistici i suoi personaggi.


11) E' difficile il percorso per arrivare a vedere una propria opera pubblicata? Ci sono tante porte sbattute in faccia?

F. Sì, è difficile. Sì, si ricevono porte in faccia. Ma come in tutti i lavori, come in ogni aspetto della vita in cui ci si debba impegnare, si cresce se si ha la costanza di tentare. Nessuno di noi nasce scrittore, in noi nascono solo tante idee, alcune buone, altre da buttare, la modalità d’espressione fa di noi un narratore. Perciò, più che sulla difficoltà di emergere, credo che metterei l’accento sulla necessità di fare esperienza, di fare la classica gavetta. E non è solo questione di perseveranza, deve esserci umiltà e impegno. Perché non si scrive quasi mai di getto, ma con il cervello ben acceso e il cuore catapultato sulla pagina. La parte difficile del lavoro è stata uscire dal dilettantismo e fare un’esperienza di editing professionale. Perché se credete che sia difficile far piacere un manoscritto a un editore, non avete idea di cosa avvenga dopo!

M. Scrivere non è mai semplice e non lo è nemmeno venire pubblicati. Io personalmente credo se uno desidera scrivere debba farlo. Anche se forse non verrà mai pubblicato. Oggi esiste l'autopubblicazione e io l'approvo. Non garantisce lettori, ma garantisce una possibilità. Certo se si ha alle spalle l'aiuto di un editor e di una casa editrice seria c'è la garanzia di poter confezionare un'opera migliore e più degna di nota, ma anche se non si arriverà mai ad essere pubblicati da un famoso editore saremo comunque riusciti ad esprimere noi stessi. Mai arrendersi se crediamo in ciò che scriviamo, ma anche mai credersi arrivati o infallibili o dei nuovi Manzoni. Si può sempre migliorare un proprio lavoro. Sempre. Ci sono mille modi per dire la stessa cosa e bisogna cercare incessantemente quello migliore. Fate leggere ad altri le vostre opere e seguite i loro consigli e le loro opinioni. Uno scrittore non è mai oggettivo riguardo la propria opera.


12) Il vostro romanzo che è uscito il 2 ottobre è un libro cartaceo. Cosa ne pensate del libro elettronico? Al riguardo ci sono molti pareri contrastanti.

M. Sono favorevole e anche il nostro romanzo più avanti sarà pubblicato in versione ebook dalla Harlequin. Come casa editrice internazionale credono molto nei libri digitali. Posseggo un Kindle e lo uso volentieri. Adoro i libri cartacei, sono insostituibili, ma l'ebook aiuta infinitamente con i problemi di spazio. Non sapevo più dove mettere tutti i miei libri! Inoltre mi piace leggere libri inediti in Italia in lingua inglese e comprarli online in versione digitale senza spese di spedizione e lunghe attese è comodissimo.

F. Divoro più libri in formato elettronico che in cartaceo, per un semplice motivo: all’Ikea non vendono abbastanza librerie per ciò che vorrei fra i loro scaffali. Ho scritto molto in passato per editori che fanno dell’ebook il centro della loro produzione. Però, al contrario di Mary, non sono a favore dell’autopubblicazione che questo formato incoraggia. Credo che la gran quantità di opere che si trovano sul web inflazionino il mercato, che dovrebbe mantenere un certo tono per non trarre in inganno i lettori. Quindi se, e solo se, si sceglie il formato elettronico per autopubblicare senza il patrocinio, le correzioni, l’appoggio di una piccola casa editrice, non sono favorevole. Gente, dobbiamo confrontarci ogni giorno con le sconfitte, se un romanzo o un racconto non vengono scelti, molto difficilmente è perché siamo incompresi.


13) Dove è possibile acquistare il vostro romanzo “I colori della nebbia”?

M & F In edicola dal 2 ottobre. E da settembre è già disponibile online sul sito italiano della Harlequin. Lo potete comprare lì e poi loro ve lo spediscono direttamente a casa.


14) Abbiamo chiarito che amate molto scrivere, vorremmo sapere se vi piace anche leggere? Se si quale genere e perché?

M. Leggo tantissimo, forse pure troppo, visto che ogni minuto libero che riesco a ritagliarmi lo dedico a questo a scapito di altre cose. Ho persino aperto un blog, L'arte dello scrivere... forse dove parlo di ciò che leggo. Sono una lettrice compulsiva. Mi piacciono molti generi dal giallo storico al chick lit, passando per i romanzi storici, i rosa crime, il paranormal, l'urban fantasy, lo sci-fi, il fantasy e lo steampunk. Adoro i vampiri e sono fan di Christine Feehan e dei suoi Carpaziani, nonché di J. R. Ward e dei suoi confratelli del pugnale nero. Ma adoro anche Patricia Briggs e i suoi licantropi. Tra i miei libri preferiti lo storico Padiglioni Lontani di M. M. Kaye, il fantasy Lo specchio dei sogni di Stephen R. Donaldson, il romance Courting Miss Hattie di Pamela Morsi, e L'onore dei Vor, lo sci-fi di Lois McMaster Bujold. Tra i miei miti c'è Jane Austen, ma mi piace anche Laurell K. Hamilton. Quando si dice che gli opposti si attraggono...

F. Leggo tutto, rileggo solo ciò che merita. Amo i classici come la Austen, le sorelle Bronte, la Alcott (che ho riscoperto soprattutto per i romanzi minori, come Un lungo fatale inseguimento d’amore, che consiglio a tutte!), idolatro Oscar Wilde. Fra le opere degli scrittori contemporanei, quelle che mi hanno emozionato di più sono: Il cavaliere d’inverno, Ritorno a Cold Mountain, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, Le pagine della nostra vita. Per quanto riguarda il genere romance, l’autrice che prediligo è Mary Balogh.


15) Ci sono altri colleghi scrittori Italiani o Stranieri che ammirate particolarmente? Se si perché?

M. Tra gli autori italiani che ammiro c'è Bianca Pitzorno, che mi stregò con La Bambinaia Francese e trovo molto carini i romanzi di Margherita Oggero. Nel genere romance ammiro tantissimo come scrive Stefania Auci. Tra gli stranieri ho già detto che amo Jane Austen, il suo modo di dipingere il quotidiano nei suoi romanzi è fantastico. Il mio mito come stile di scrittura è Lois McMaster Bujold che scrive semplicemente divinamente. Apparentemente sembra una sintassi semplice ma non lo è, è complicata, ma al tempo stesso scorrevole e ricca di particolari, la invidio tantissimo per come scrive. Ammiro anche lo stile di Jacqueline Carey per la sua liricità ed epicità.

F. Fra gli stranieri mi piace il modo in cui scrive Audrey Niffeneger, credo che possieda il dono di far vivere al lettore ogni scena, ogni particolare descritto. Stimo molto Adele Vieri Castellano per il puntuale e minuzioso lavoro di ricerca che ha compiuto per scrivere i suoi romanzi sull’antica Roma. Mi piacciono da pazzi la Scozia di Stefania Auci e la sensualità di Simona Liubicich, che sono nostre colleghe, fra l’altro!


16) Secondo il vostro parere quali potrebbero essere le 10 regole necessarie per poter scrivere un bel romanzo?

M. 1. Uscire dagli schemi
2. Pensare prima di scrivere. Pensa alla trama. Vivila in testa come un film e vedi se funziona.
3. Farsi un bello schema dei capitoli prima di iniziare a scrivere, completo di sinossi
4. Cercare di attenersi allo schema almeno un po', altrimenti cosa lo hai scritto a fare?
5. Puoi uscire dallo schema, ma non troppo e non fin dalla prima stesura
6. Dopo la prima stesura rileggi
7. Rileggi ancora
8. Rileggi ancora e correggi o cambia ciò che non ti convince uscendo pure dal tuo schema
9. Fai leggere il tutto ad altri e ascolta ciò che ti dicono. Fai passare un po' di tempo. Pensa. Rifletti e poi rileggi ancora l'opera correggendo e tenendo conto di ciò che ti è stato detto, anche se ciò comporta stravolgere intere parti del romanzo.
10. Rileggi ancora una volta.

F. 1. Leggere molto.
2. Puntare alla qualità più che alla commerciabilità dell’opera.
3. Non prendere a esempio solo autori americani.
4. Riscrivere, non accontentarsi della stesura di getto.
5. Non temere di cancellare parti del romanzo.
6. Coerenza e disciplina non devono mancare.
7. Se, dopo aver letto un pezzo 200 (2000) volte, siete annoiati ciò non è un buon segno.
8. Mettersi in discussione.
9. Collegare cuore e cervello prima di accedere alla tastiera.
10. Amare scrivere, che non significa solo riversare pulsioni su carta, ma lavorare duramente.


17) Ognuno di voi ha una vita privata, è difficile far combaciare la scrittura con la propria vita? Ci sono state delle persone che vi hanno incoraggiato particolarmente?

F. Per me sì, sono sposata da poco e molte cose sono cambiate nella mia vita quotidiana nell’ultimo anno. Se poi ci si mette il tempo dedicato a casa e lavoro capite bene che è dura. Ma non impossibile, per fortuna. Scrivo alla mattina presto, prestissimo, perché appena sveglia sono più creativa.

M. Non è tanto far combaciare scrittura e vita, è trovare il tempo di scrivere. Il tempo non basta mai. Ci sono lavoro, vita sociale, vita privata, tempo per la lettura, tempo per il blog, tempo per i vari progetti che hai in corso... e poi ti serve tempo per la scrittura e devi essere ispirato in quel momento, non in un altro. Non è semplice. Devi trovarlo il tempo, rosicchiarlo ad altro. Io finivo sempre a scrivere a sera inoltrata. Poi a letto mi venivano altre idee che speravo di ricordarmi il giorno dopo...


18) Ipotizzo che siate molto elettrizzate per la recente uscita del vostro libro, cosa sperate di trasmettere con questo vostro romanzo?

M. Siamo in ansia perenne. Piacerà, non piacerà? Siamo felici, ma anche tese. Speriamo il pubblico lo apprezzi. L'idea dietro al romanzo era mostrare come si possano superare ostacoli che sembrano insormontabili se si è veramente motivati. In questo caso il fattore motivante è l'amore, ma la forza c'è già, è dentro di noi. Anche se ci sentiamo sconfitti è lì dentro di noi e aspetta solo che noi riusciamo a raggiungerla e tirarla fuori di nuovo.

F. I colori della nebbia non è solo una storia d’amore, tratta della rinascita e del desiderio di vivere, più potente di ogni avversità. Un tema altrettanto forte nel romanzo è la necessità di venire a patti con il passato, di superare gli scogli che bloccano il nostro agire e andare avanti. C’è l’amicizia sincera, come quella fra William ed Edmund e fra Matilde e Altea, l’amore per la propria famiglia. C’è un uomo che sa realizzare i desideri e le aspirazioni della donna che ama, è capace di valorizzarla e non di tarparle le ali. Ci sono molti temi che mi stanno a cuore e spero emergano tutti!


19) Dalle informazioni a disposizione si capisce subito che è un bellissimo romanzo ricco di mistero, d'avventura e d'amore. Volevo chiedere a voi autrici se ci sarà un seguito o se state pensando di scrivere qualcosa di diverso.

M. Stiamo già scrivendo un seguito legato al primo ma con protagonisti diversi.

F. Abbandonare i Roschmann non era possibile!


20) Siamo arrivate alla fine dell'intervista, prima di lasciarci vi pongo ancora una domanda: c'è una frase che vi possa identificare come scrittrici?

M & F. Romanticamente coraggiose e autenticamente mantovane.

Perfetto l'intervista è finita, un grazie ancora a Mary e a Frances Shepard per averci dedicato del tempo. Spero che con queste venti domande sia riuscita a farvi comprendere maggiormente i personaggi e ad incentivarvi alla lettura. Un consiglio rivolto a tutti:
fiondatevi ad acquistare il romanzo: I colori della nebbia!!!
Un bacio Erica
 
Top
cla892
view post Posted on 3/10/2013, 15:23     +1   -1




bellissima intervista, e bello vedere cosa pensano le scrittrici dei loro personaggi e cosa a indotto la scittrice a scrivere questi libri grazie erica/masterbook
 
Top
masterbook
view post Posted on 3/10/2013, 15:27     +1   -1




CITAZIONE (cla892 @ 3/10/2013, 16:23) 
bellissima intervista, e bello vedere cosa pensano le scrittrici dei loro personaggi e cosa a indotto la scittrice a scrivere questi libri grazie erica/masterbook

Grazie ma bisogna anche ringraziare Mary e Frances per il tempo dedicatoci... :bye1.gif:
 
Top
2 replies since 3/10/2013, 13:43   74 views
  Share